Mentre sembra ormai certa la proroga triennale del piano Industria 4.0 è ancora incerto quale sarà il pacchetto di misure che verrà scelto tra quelli proposti dal Ministero dello Sviluppo Economico.
La proposta attualmente sul tavolo dei ministeri prevede uno stanziamento da 30 miliardi e riguarda oltre che la proroga anche il potenziamento degli incentivi.
Infatti, per i crediti di imposta destinati ai beni strumentali 4.0 (ex iperammortamento) si alzano le soglie ma solo per il 2021, poi si tornerebbe ai valori attuali.
Per il 2021 il credito sarebbe del 40% per investimenti fino a 4 milioni, del 20% tra 4 e 10 milioni e del 10% tra 10 e 20 milioni. Invece per i beni immateriali 4.0 (principalmente software) si passerebbe dal 15 al 20% fino a 1 milione.
Cambiamenti anche per i beni tradizionali, quelli non 4.0 (il vecchio “superammortamento”). Nel caso dei software di base, non legati dunque alla digitalizzazione avanzata, credito d’imposta del 6% e, solo per il 2021, del 10% per imprese con ricavi fino a 5 milioni.
Nel caso invece di beni strumentali materiali, il credito d’imposta salirebbe dal 6 al 10% (sempre solo per il 2021 e solo per imprese con ricavi fino a 5 milioni) mentre si studia anche un innalzamento al 15% se si tratta di sistemi per lo smart working.
Passando invece al credito di imposta per la ricerca e sviluppo, l’aliquota salirebbe dal 12 al 20% (con tetto di spesa che sale da 3 a 5 milioni). Per l’innovazione si passerebbe dall’attuale 6 al 10%, che diventa 15% se si tratta di progetti ecosostenibili e di digitalizzazione 4.0 (tetto a 3 milioni).
Proroga triennale e rafforzamento anche del credito di imposta per la formazione 4.0. con la possibilità di ammettere le spese relative ai formatori per le ore di partecipazione alla formazione e i costi di esercizio connessi al progetto di formazione come spese di viaggio e in quota parte le spese di ammortamento degli strumenti utilizzati.
Ulteriori novità proposte dal Mise al MEF riguardano la riduzione del periodo di compensazione e la possibilità di cessione dei crediti. Modifiche queste che sarebbero dirompenti. Nel primo caso, il periodo minimo di compensazione del credito di imposta, nel caso di investimenti in beni strumentali, si ridurrebbe da 5 a 3 anni e a un anno per aziende con ricavi fino a 5 milioni che acquistano beni non 4.0. Per quanto riguarda la cedibilità, l’idea è replicare quanto fatto per il superbonus edilizio con opzione di cessione, anche parziale, a favore di fornitori o banche.
Si lavora anche a una linea del Fondo di garanzia per gli investimenti del piano.