Trovata un’intesa di massima al Consiglio Europeo sul pacchetto di fondi da destinare per la ripresa economica dalla pandemia. Rispetto alla proposta della Commissione, però, cambia la composizione del pacchetto: non più 500 miliardi di sovvenzioni e 250 di prestiti, ma 390 miliardi di sovvenzioni e 360 di prestiti.
All’Italia andrà la quota più consistente, infatti riceverà il 28% delle risorse pari a 209 milioni. 82 miliardi saranno sotto forma di sovvenzioni a fondo perduto, 127 sotto forma di crediti.
I fondi andranno spesi entro il 31 dicembre 2023 e verranno erogati in diversi momenti. I primi finanziamenti, pari al 10% arriveranno nel 2021 ma potranno essere spesi anche retroattivamente per le spese sostenute a partire da febbraio 2020. Il 70% delle risorse saranno disponibili tra il 2021 e il 2022 e i relativi pagamenti fino al 2026.
L’ipotetica mappa dell’utilizzo degli aiuti europei messi a disposizione dal Recovery fund dovrebbe prevedere 9 punti e 137 progetti che verranno presentati nella proposta di piano triennale da sottoporre alla Commissione Europea il prossimo autunno.
Tra i settori di interesse ci saranno:
- la digitalizzazione del Paese, quindi fibra ottica in tutto il paese e potenziamento degli uffici e dei servizi della pubblica amministrazione;
- le infrastrutture, con particolare attenzione all’alta velocità ferroviaria al Sud;
- riforma del fisco, due le proposte su questo argomento: da una parte un nuovo taglio delle tasse sul lavoro, dall’altra il taglio dell’Iva per gli acquisti con mezzi tracciabili quali carte di credito e bancomat.
- la riforma degli ammortizzatori sociali, quindi semplificazione ed estensione dei meccanismi della Cassa integrazione .
- aiuti a settori come quello della sanità, della scuola e dell’università, si punterà molto sugli investimenti per la transizione verso l’economia green, la coesione territoriale con un sistema fiscale di vantaggio per gli imprenditori del Mezzogiorno.