Il Centro Studi & Cultura di Impresa di Ucimu-Sistemi per Produrre, ha pubblicato gli ultimi dati relativi agli ordini raccolti dai costruttori italiani di macchine utensili.
Ucimu ha rilevato, nel periodo aprile-giugno, un calo degli ordini complessivo del 39,1%.
Nonostante la difficile situazione, Ucimu mostra ottimismo. «Secondo i dati elaborati sulle rilevazioni di Oxford Economics, dopo la frenata dell’anno in corso, nel 2021 gli investimenti in nuove tecnologie di produzione dovrebbero tornare a salire. La domanda di nuove macchine utensili in Italia è attesa in crescita, del 31,5%, a oltre 3,5 miliardi di euro. Anche l’Europa dovrebbe mostrare vivacità, incrementando del 19,5% il consumo, sfiorando così i 18 miliardi di euro. L’Asia, con la Cina in testa, dovrebbe ritrovare lo slancio perduto, segnando una crescita della domanda del 35,3% pari a 34 miliardi, così come l’America i cui investimenti in nuovi sistemi di produzione dovrebbero raggiungere il valore di 11 miliardi di euro, il 31% in più rispetto al 2020.
Sul piano incentivi, con riferimento al Piano Transizione 4.0, il credito di imposta, scelto come formula di incentivo in sostituzione di super e iperammortamento, è senza dubbio strumento valido e adeguato, ma rischia di non sortire gli effetti sperati perché il cambiamento non è stato comunicato in modo chiaro e perché l’effetto di questo piano può essere limitato, a causa del clima di generale incertezza.
Per questo le misure del piano dovrebbero diventare strutturali, tali da coprire un periodo di almeno tre anni, così da permettere alle imprese di programmare nel tempo gli investimenti, ricreando un clima di fiducia volto a stimolare il miglioramento della competitività del manifatturiero italiano. Ultimo aspetto da considerare per assicurare competitività al sistema delle imprese italiane è quello della solidità finanziaria, problema riemerso in tutta la sua gravità in questi mesi. Le aziende sono state chiuse a lungo, senza poter produrre, fatturare e incassare.